Stralci


Vai e segui il tuo ritmo, senza mai distaccartene. È questa la cosa giusta, secondo il mio modesto parere!

E ora che le ombre nell'anima si diradano, si fa spazio in me una luce serena. E io Vivo!

Costeggiamo un cimitero malridotto e d’improvviso ci troviamo davanti una vecchia donna vestita di nero. Sembra apparsa dal nulla e i suoi occhi m’inquietano quasi quanto l’albero di Orisson. Con una mano impugna un bastone consunto e con l’altra chiede l’elemosina. Le porgo qualche centesimo ma, a giudicare dal suo sguardo, non sembra soddisfatta. Estrae da una tasca una conchiglia nera, con sopra disegnato in giallo il volto di una strega, e me la porge.

«No, grazie» le diciamo inquietati quasi all’unisono e continuiamo a camminare in fretta.

La vecchia comincia a gridare sbattendo per terra il bastone. Corre verso di noi ma inciampa e cade. Mi fermo e cerco di capire se ha bisogno d’aiuto ma in pochi istanti si rialza e, dal modo in cui si dimena e urla, sembra avere più forze di prima e ricomincia ad avanzare verso di noi. Ma fortunatamente, trovandosi al cospetto di uno sguardo potente e sicuro di St, si ferma e torna indietro gridando: «Aim gaim pussuffu’, galin aiim, iim bidim lectarù»

La Vita è un Grande Mistero che non si deve o non si può spiegare fino in fondo

«...Tu ci credi nel destino, Rich?»
«Sì, direi… direi di sì» balbetto, poi ci rifletto meglio e continuo: «Credo però, che forse… tutto quello che ci capita non è solo destino, c’è anche del nostro; libero arbitrio? Diciamo che quello che ci capita dipende un po’ dal destino e un po’ dalle nostre scelte?».
«Sì, potrebbe essere proprio così… E certe cose importanti per la tua vita potrebbero accadere comunque...»

«Stina, ma se la reincarnazione avviene davvero, per logica… non dovresti essere agli inizi un insetto, per esempio, poi nella successiva vita una lucertola, poi un cane, poi…?»
«Poi un elefante e così via, fino a reincarnarti in un essere umano?!» Ride, ma ride proprio tanto.
«O… non è così e puoi rinascere in qualunque forma e dappertutto. Forse dipende dalle esperienze che devi fare o certe cose accadono per pura casualità? Addirittura ci si potrebbe reincarnare in un extraterrestre, che dici? Io ci credo abbastanza, perché dovremmo essere gli unici nell’Universo? Addirittura ci si potrebbe reincarnare in un’epoca precedente o futura, no? Tipo muori nel 2012 e ti reincarni in un dinosauro o in un marchese del 1600 o in un soldato romano o in uno scienziato del 3015. Forse il concetto di tempo non esiste a certi livelli, è una cosa puramente mentale… »

Io ribadisco che il senso profondo del mondo è dentro di te. Sei un folle incatenato dalla tua normalità e un normale liberato dalla tua follia

«...l’anima, che altro non è che un pezzo di divinità, all’origine è come una pietra grezza che con le esperienze del vivere – attraverso una o più vite, fisiche o spirituali – si leviga, quindi impara, progredisce, fino a ritrovare la Conoscenza Suprema e ritornare alla sua Fonte Originaria. Nel passare da una vita spirituale a una fisica, ci si può reincarnare in un albero, in una piantina, in un cane, anche in un corpo non sano; e questa non è una limitazione, un castigo divino, ma solo una vita per la quale si è stati scelti, perché bisogna fare determinate esperienze. Probabilmente in un’altra vita si è stati ingiusti verso una pianta o una persona malata o verso un animale; o, semplicemente, non si è fatto nulla di tutto ciò ma la Vita, in tal caso, ha deciso di chiamare comunque ad affrontare le sue lezioni in modo diretto. Non è detto, però, che per imparare a rispettare una pianta o una persona malata e amarli, si debba necessariamente vivere nelle loro condizioni: certe cose si possono imparare anche indirettamente, con altre esperienze di vita. Di quello che ci arriva dall’esterno, dalle esperienze, dai libri, bisogna cogliere il meglio, quello che riguarda la Vera Saggezza, e lasciare andare, disimparare, tutto ciò che non serve al nostro vivere o ne è addirittura nocivo; ma, soprattutto, bisogna imparare, cosa non facile, a guardare dentro di noi, nella parte più profonda che spesso ignoriamo, in parte o del tutto, per scoprire quella Conoscenza Primordiale che, essendo in noi da sempre, è fonte di Grande Saggezza e forse, però, basterebbe prenderne coscienza per essere illuminati»

«Attraverso le varie esistenze bisogna assaporare l’Inferno – il fuoco che forgia, che purifica – e il Giardino della Gioia – una boccata d’aria pura, un Paradiso momentaneo –. Chi più, chi meno, dipende dalle esperienze fatte e da quanto si sia imparato, siamo tutti demoni – anime grezze – e santi – anime Illuminate – e, quando si raggiunge finalmente la santità completa, quando si diventa Cavalieri della Luce, si va nella Dimensione Spirituale Suprema, insieme a Lui e quindi in quello che molti chiamano comunemente Paradiso. Dal Paradiso, un’anima illuminata può andare sulla terra o su un altro pianeta o in altre dimensioni spirituali quando deve aiutare altre anime nel progredire. Le vite spirituali o fisiche che precedono il Paradiso, quindi, sono fatte di bene e male, ma, anche se spesso non sembra, il bene sta prendendo piede sempre più. Un’anima progredita opera con amore per il bene della comunità, mentre una non evoluta fa i propri interessi a discapito della comunità, qualunque ruolo occupi. Tali concetti si devono sentire e non si può spiegarli pienamente con le parole: a un certo punto li percepisci come facenti parte di te e li avverti nel cuore; le parole sono inadatte e possono trasmetterli solo in parte, ma la vera Comprensione è tutt’altra cosa. Bisogna stare quanto più possibile in contatto con Lui e con i Cavalieri della Luce o comunque con anime più progredite. Questo può avvenire attraverso la meditazione. Non importa che tu sia ebreo, musulmano, buddista, o appartenga a qualche filosofia, pensiero o movimento; e non importano le parole che tu pronunci e i gesti che fai, poiché questi sono solo dei mezzi. Se parole e gesti sono pronunciate e compiuti senza convinzione, allora sono semplici espressioni della voce e del corpo; se pronunciate e compiuti, invece, con il cuore, possono farti vivere esperienze uniche. È ovvio che è meglio meditare in modo meccanico che non farlo proprio, può essere comunque un allenamento per migliorare. Si può non essere religiosi, si può aderire a una qualunque religione o filosofia – per motivi culturali o istintivi, vanno bene entrambi –, ciò che importa è il fine. Le religioni, i movimenti, le filosofie, non sono qualcosa di negativo, anche se in modi diversi portano tutti alla stessa Fonte di Saggezza, ma lo diventano quando si distaccano dalla Verità Suprema, perché, ad esempio, subentra l’individuo e i suoi pensieri banali che con il Divino, con lo spirituale, c’entrano poco. Diventano qualcosa di negativo quando gli adepti li usano per scopi personali, quando guardano dall’alto in basso un altro fratello e pensano di essere migliori di lui, di avere l’esclusiva, di avere la Verità Assoluta tra le mani. Questo è qualcosa di abominevole, così com’è abominevole quando si fa del male a un altro fratello e penso a tantissimi episodi atroci come l’olocausto, le crociate, la santa inquisizione, il genocidio del Rwanda e... Bisogna meditare tutti insieme con volontà, amore, verso Lui, se stessi e gli altri: questa è l’unica cosa da fare, semplice, essenziale. Per fortuna sta accadendo sempre più spesso che si formino gruppi di raccoglimento e ognuno a proprio modo si mette quanto più possibile in contatto spirituale con ciò che lo circonda e con ciò che è al di sopra di lui. Così si migliora notevolmente la vita di tutti, si coltivano pensieri positivi, si coltiva l’amore. Ci si ritrova rinnovati, si ha voglia di tendere la mano agli altri e così possono migliorare tutti e anche il nostro pianeta, che stiamo distruggendo. Nessuno deve restare indietro. E la vera ricchezza, ti accorgi, sta proprio in questo e non nel denaro che possiedi o nella posizione che occupi: queste sono solo falsità sostenute da anime non progredite. Tra non molto l’intera Umanità, soprattutto l’Italia, vedrà due grandi uomini che porteranno un vento nuovo, sia nella vita d’ogni giorno che in quella spirituale, e molti ne trarranno benefici. Vedo due nomi: Francesco e Giuseppe.»

«Eh, la politica, la politica è una brutta bestia. Razza schifosa i politici. Tutti propongono e poi quasi tutti fanno solo i propri interessi e campano alle spalle della gente comune. Dov’è finita quella bella politica di un tempo?! Quella che facevo io insieme ai miei compagni?». Gli sorridiamo e, mentre si allontana, all’unisono gli diciamo: «Eh, sì». Poi io aggiungo: «Forse è proprio vero».
«Italiani? Siete italiani?!» chiede nella nostra lingua e si ferma.
Gli faccio cenno di sì.
«La politica vostra poi… Hihihi, soprattutto negli ultimi tempi…» ricomincia a camminare «è scandalosa, una vera buffonata...»

Quando gli scarafaggi hanno coperto quasi tutta la bocca, come per miracolo mi viene un’idea: ricantare le parole che erano nella busta e poi la parola che è sulla sfera di cristallo e infine quella che è sulla croce: «Aim gaim pussuffhhh…» Una mano mi tappa la bocca e un’altra, con la stessa forza, mi stringe la gola. Mi sento morire. Davanti ai miei occhi un volto rugoso e dai lunghissimi capelli bianchi sghignazza: mi sembra quello di una strega. Ha il resto del corpo sospeso a mezz’aria e, mentre continua nella sua potente stretta, si lascia cadere su di me a peso morto. Poi, continuando a sghignazzare, s’innalza di un po’ tirandomi con sé e, lasciandomi, mi fa sbattere per terra; di nuovo mi avvinghia innalzandosi; tre, quattro, cinque… quindici volte. Le punte delle mie dita sfiorano i suoi capelli e, stremato, a mala pena riesco ad afferrarne una ciocca. «Ahhh» strilla con disperazione. Con grande sacrificio ma con determinazione riesco a strattonare quei pelacci bianchi più volte e con sempre più forza, fino a staccarne un ciuffo. La vecchia urla potentemente e, allentando la presa, finisce di lato, perdendo ogni energia, fino a dissolversi nel vento in pochi istanti. Quasi sfinito grido: «Aim gaim pussuffu’, galin aiim, iim bidim lectarù»